I CLASSICI – RISCOPRIAMOLI

martedì  18:30

Venti classici che hanno segnato la storia del cinema.

Uno degli obiettivi di ogni cineclub è senz’altro quello di riproporre i capolavori della storia del cinema, che è ben difficile ammirare sul grande schermo al di fuori delle retrospettive festivaliere. Da diversi anni i Circoli del cinema di Bellinzona, di Locarno e LuganoCinema93 hanno portato avanti a questo scopo una rassegna a scadenza mensile dedicata a un grande regista del passato (Rossellini nell’ultima stagione, prima Altman e tanti altri ancora tornando indietro nel tempo). Ora si è aggiunto anche il Cineclub del Mendrisiotto, che ha proposto per questa stagione una rassegna di classici del passato, non più su un singolo autore ma lasciando ad ognuno la libertà di scegliere i film che preferiva e che riteneva più adatti per il proprio pubblico. Occorre dire che questa libertà è oggi fortemente limitata da quel che si può trovare a prezzi accessibili sul mercato distributivo. Praticamente non c’è più nessun distributore svizzero che mantiene nel proprio catalogo un film, per quanto glorioso, del passato, e la ricerca degli aventi diritto sul piano internazionale si rivela tutt’altro che facile e soprattutto i costi sono quasi sempre inaccessibili per le finanze di un cineclub. Rimane, è vero, l’offerta della Cinémathèque suisse, che da qualche anno ha varato un progetto distributivo che includeva anche molti classici americani ed europei.
Ma anche in questo caso l’acquisizione dei diritti ha una durata limitata e ora ci si trova in una situazione in cui l’offerta si è di molto ridotta. Confrontati con questa situazione non certo rallegrante, i cineclub ticinesi hanno fatto scelte diverse, sempre comunque basandosi su quanto era a portata di mano. Bellinzona e Locarno hanno optato per una riduzione di campo, concentrandosi sui classici hollywoodiani degli anni Quaranta e Cinquanta, Mendrisio ha preferito una formula ibrida, integrando nel programma un film muto, un classico svizzero come Die letzte Chance di Leopold Lindtberg e un paio di importanti film europei degli anni Sessanta, mentre Lugano ha puntato essenzialmente sul cinema europeo, includendo film anche degli anni Settanta. L’offerta complessiva è quindi molto variegata e sicuramente ciò non è un male, perché permetterà ad ognuno di vedere o rivedere i film che più desidera. E perché no, anche tutti, dal momento che il calendario non presenta nessuna sovrapposizione di date. L’occasione è ghiotta per ogni appassionato, cosciente del fatto che anche nel cinema, come in ogni altro campo, la conoscenza del presente non può prescindere da quella del passato.

 

Michele Dell’Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona

3.10.2017 | FURY (Furia)

regia: Fritz Lang; sceneggiatura: Barlett Cormack, Fritz Lang; fotografia: Joseph Ruttenberg; musiche: Franz Waxman; montaggio: Frank Sullivan, William LeVanway; interpreti: Spencer Tracy, Sylvia Sidney, Walter Abel, Bruce Cabot, Edward Ellis, Walter Brennan, George Walcott, Frank Albertson…; produzione: Metro-Goldwyn-Mayer.

v.o. inglese, st. francese, b/n, 94’ – USA 1936

In viaggio per raggiungere la fidanzata Catherine, Joe Wilson viene fermato nella cittadina di Strand come possibile complice nel rapimento di una bambina: il tardivo intervento dell’esercito non evita che la folla, autoconvintasi della sua colpevolezza, incendi la prigione e Joe, salvatosi fortunosamente ma morto per tutti, affida la propria vendetta ai due fratelli che trascineranno in tribunale con l’accusa di omicidio ventidue cittadini coinvolti nel tentativo di linciaggio.

Appena arrivato in America, il regista tedesco prende spunto da un fatto di cronaca (…) per proseguire la sua riflessione sulla colpa e la giustizia, ancorata però in una precisa dialettica sociale: procedendo per piccole sequenze (…) il film mostra l’evoluzione di una stessa idea che si ingigantisce e si intensifica in azioni e luoghi diversi riuscendo così a costruire un sinistro e impietoso quadro della provincia, da sempre roccaforte dei valori positivi made in Usa e che invece Lang descrive come un crogiolo di malignità, cattiveria, rabbia e violenze represse.

7.11.2017 | LE FLEUVE (Il fiume)

regia: Jean Renoir; sceneggiatura: Rumer Golden, Jean Renoir; fotografia: Claude Renoir; musiche: M. A. Partha Sarathy; montaggio: George Gale; interpreti: Nora Swinburne, Esmond Knight, Arthur Shields, Radha Shri Ram, Adrienne Corri, Patricia Walters, Richard Foster…; produzione: Oriental International Films.

v.o. inglese/bengali, st. francese, colore, 99’ – Francia/Italia/USA 1951

Sulla riva del Gange, nell’India coloniale, assistiamo alle feste, ai primi turbamenti amorosi e ai primi veri dolori di un’adolescente inglese e delle sue due amiche, ragazze molto diverse tra loro, ma tutte affascinate dallo stesso uomo.

Tratto dal romanzo omonimo di Rumer Godden (cosceneggiatrice con il regista) è la storia di un’iniziazione alla vita in un contesto dove natura e spiritualità vanno ancora d’accordo: chiusa la parentesi americana e prima del suo ritorno in Europa, Renoir visita l’India con occhi occidentali e fa il punto della sua carriera, aprendosi nuovi orizzonti narrativi, estetici e filosofici. Il racconto rievoca davvero l’immagine del fiume con un corso principale e innumerevoli affluenti, e il regista “spazia dall’intimità frammentata dell’individuo all’immenso equilibrio dell’universo, dove ogni parte trova la sua collocazione nel tutto” [Lourcelles].

5.12.2017 | CRÌA CUERVOS

regia e sceneggiatura: Carlos Saura; fotografia: Teo Escamilla; musiche: Frédéric Mompou, José Luis Perales; montaggio: Pablo G. del Amo; interpreti: Aña Torrent, Geraldine Chaplin, Hector Alterio, Monica Randall, Florinda Chico, Mirta Miller…; produzione: Elías Querejeta Producciones Cinematográficas S.L.

v.o. spagnolo; st. francese; colore, 107’ – Spagna 1976

La piccola Ana è convinta che suo papà, un militare donnaiolo, abbia causato la morte della mamma, e per questo decide di avvelenarlo. Il genitore muore davvero, ma d’infarto, mentre fa l’amore. Così, affidata alla rigida zia Paulina con le due sorelline, Ana pensa di ricorrere di nuovo a soluzioni estreme.

Il più noto dei film di Saura (anche sceneggiatore) è un’elegia universale dell’infanzia come “periodo triste e interminabile, dove la paura domina tutto”. Trasporta l’ossessione tutta spagnola per la morte al livello di consapevolezza di una bambina, e per entrare nella sensibilità di quest’ultima, mescola con naturalezza sogno e realtà, passato e presente. Girato a un anno dalla morte di Franco, si fa leggere anche come allegoria di un popolo costretto a uno stato di sottomissione infantile, e che affida il desiderio di cambiamento a sogni innocui (…) Gran premio della giuria a Cannes.

9.01.2018 | EINE REISE INS LICHT - DESPAIR

regia: Rainer Werner Fassbinder; sceneggiatura: Tom Stoppard da un romanzo di Vladimir Nabokov; fotografia: Michael Ballhaus; musiche: Peer Raben; montaggio: Rainer Werner Fassbinder, Juliane Lorenz; interpreti: Dirk Bogarde, Andréa Ferréol, Volker Spengler, Klaus Löwitsch, Bernhard Wicki, Peter Kern, Ingrid Caven; produzione: Bavaria Atelier, Bavaria Film, Filmverlag der Autoren, NF Geria Filmgesellshaft GmbH, Société Française de Production (SFP).

v.o. inglese, st. francese, colore, 119’ – RFT 1978

Germania anni Trenta: un industriale del cioccolato, perseguitato dall’idea del doppio, trova un sosia, lo uccide, e scappa in Svizzera con una nuova identità. Durerà poco.

 

Lussuosa fantasia pirandelliana, tratta dal romanzo di Nabokov e sceneggiata da Tom Stoppard. Tutto è un po’ freddo e cervellotico, ma Fassbinder aveva indubbiamente stile e Bogarde (poco prima di scomparire dagli schermi per oltre un decennio) sa rendere coinvolgente un personaggio un po’ troppo letterario.

6.02.2018 | MA NUIT CHEZ MAUD (La mia notte con Maud)

regia e sceneggiatura: Eric Rohmer; fotografia: Néstor Almendros; montaggio: Cécile Decugis; interpreti: Jean-Louis Trintignant, Françoise Fabian, Marie-Christine Barrault, Antoine Vitez…; produzione: FFD, Les Films de la Pléiade, Les Films des deux mondes, Les Films du Carrosse, Les Films du Losange, Les Productions de la Guéville, Renn Productions, Simar Films, Société Française de Production (SFP), Two World Entertainment.

v.o. francese; st. tedesco; b/n, 110’ – Francia 1969

Clermont-Ferrand, inverno: il trentenne Michel, cattolico praticante, a messa nota Françoise e decide che sarà la sua sposa. A casa di Maud, giovane divorziata, Michel parla del caso, della morale e del matrimonio, e non tradisce Françoise. Ormai sposato Michel rincontrerà Maud dopo molti anni, e si vedrà cadere addosso tutte le sue certezze.

Il terzo (anche se girato come quarto) e uno dei più belli dei racconti morali di Rohmer. Il narratore Michel esordisce dicendo che “non dirà tutto della storia”, scommette pascalianamente col caso, si districa tra menzogna e verità (farà credere a Françoise di essere stato l’amante di Maud), ma alla fine rimane sconfitto. Su un intreccio di apparenti simmetrie che ha la perfezione di un labirinto, si dipanano lunghi dialoghi in cui i personaggi mettono alla prova le convinzioni loro e degli spettatori. Rohmer fa cinema con la parola senza adagiarsi nella teatralità, e il gioco intellettuale cela seduzioni e tensioni che il cinema riesce di rado a rappresentare con tanto acume e tanta forza.

6.03.2018 | ALEXANDRE

regia: Jean-François Amiguet, Anne Gonthier; sceneggiatura: Jean-François Amiguet, Anne Gonthier, Gérard Ruey; fotografia: Rainer Klausmann; montaggio: Daniela Roderer; interpreti: Didier Suvegrain, Michel Voita, Dominique Porta, James Mason…; produzione: Film et Vidéo Collectif S.A.,Télévision Suisse-Romande (TSR).

v.o. francese, st. tedesco, colore, 90’– Svizzera 1983

Tre anni fa, Ariane ha rotto con Antoine attraverso una cartolina postale con cui gli annunciava la sua partenza per la montagna con un certo Alexandre. Dopo un esilio all’estero, Antoine ritorna a Vevey e incontra Alfred, lasciato a sua volta da Ariane. Entrambi credono che l’altro sia il misterioso Alexandre. Ma costui esisterà veramente?

Primo lungometraggio di finzione di Jean-François Amiguet, scritto e realizzato con Anne Gonthier, il film cerca di produrre degli sfalsamenti a partire da una descrizione realistica del quotidiano: «ho tentato – spiega Amiguet – d’introdurre in alcune situazioni quotidiane, dove ognuno può riconoscersi, degli elementi di mistero che improvvisamente fanno sorgere della poesia».
(da Histoire du cinéma suisse 1966-2000, a cura di Hervé Dumont e Maria Tortajada, Lausanne, Cinémathèque suisse, Éditions Gilles Attinger, Tome 1).

10.04.2018 | BAAL

regia e sceneggiatura: Volker Schlöndorff da una pièce teatrale di Bertolt Brecht; fotografia: Dietrich Lohmann; musiche: Klaus Doldinger; montaggio: Peter Ettengruber; interpreti: Rainer Werner Fassbinder, Sigi Graue, Margarethe von Trotta, Günther Neutze…; produzione: Hessischer Rundfunk, Bayerischer Rundfunk, Hallelujah Film.

v.o. tedesco, st. francese, colore, 87‘ – RFT 1970

Baal, giovane poeta anarchico, conduce una vita spinta all’eccesso. Cercando di riempire un vuoto esistenziale, accumula avventure pericolose: abuso d’alcol e esperienze sessuali.

Adattamento di una pièce di Bertolt Brecht, Baal mette in scena un inquieto personaggio libertario incarnato con foga da un Fassbinder affascinante e conturbante. Fin dalla sua prima diffusione televisiva nel 1970, il film fece scandalo, spiacque agli aventi diritto di Brecht e non uscì mai in sala fino al 2014. (dal Catalogo di distribuzione della Cinémathèque suisse, www.cinematheque.ch)