regia: Daniele Ciprì, Franco Maresco; sceneggiatura: Daniele Ciprì, Franco Maresco, Claudia Uzzo, con la collaborazione di Tatti Sanguineti; fotografia: Daniele Ciprì; montaggio: Daniele Ciprì, Franco Maresco, Claudia Uzzo; musica: Salvatore Bonafede; con: Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Lando Buzzanca, Pino Caruso, Tony Bruno, Antonietta Scalisi Bonetti, Gregorio Napoli, Tatti Sanguineti, Giuseppe Ciprì, Francesco Puma, Lino Banfi, Pippo Baudo, Bernardo Bertolucci, Alberto Castellano, Nino D’Angelo, Mario Monicelli, Silvia Dionisio; produzione: Cinico Cinema (Palermo), Lucky Red (Roma), Istituto Luce (Roma).
v.o. italiano, 100’ – Italia 2004
Il film si propone come una docufiction sulla più celebre coppia di attori siciliani: Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. I due comici sono stati gli attori di maggior successo della storia del cinema comico italiano, più ancora di Totò o di Sordi.
Ma la loro comicità, legata a un pubblico popolare, alle seconde e terze visioni e a una serie infinita di film spesso raffazzonati e realizzati in serie, è stata sempre snobbata da critici e intellettuali e, finora, quasi sempre sfuggita a serie riletture. L’incontro tra Ciprì e Maresco e Franchi e Ingrassia appare una sorta di passaggio obbligato, quasi un ideale «seguito» dell’ultimo film Il ritorno di Cagliostro. Stavolta i fatti di partenza sono più reali, e non si ispirano solo vagamente alla storia del cinema passato. Ma anche qui, la vera storia di Franchi e Ingrassia entrerà in cortocircuito col mondo degli autori di «Cinico Tv». Il film, infatti, in una formula originale che si mantiene a cavallo tra racconto e documentario, si articola in parte come una ricostruzione di vecchi numeri dell’avanspettacolo miserabile degli anni ’40, del teatro di strada e di un mondo urbano poverissimo del secondo dopoguerra.
regia: Donatella Maiorca; sceneggiatura: Donatella Diamanti, Mario Cristiani, Donatella Maiorca, Pina Mandolfo; fotografia: Roberta Allegrini; montaggio: Marco Spoletini; musica: Gianna Nannini, Wil Malone; interpreti: Valeria Solarino, Isabella Ragonese, Ennio Fantastichini, Giselda Volodi, Maria Grazia Cucinotta, Marco Foschi, Lucrezia Lante Della Rovere, Corrado Fortuna, Alessio Vassallo, Filippo Luna, Ester Cucinotti, Giacoma Basiricò; produzione: Italian Dreams Factory (Roma), con il contributo del MiBACT (Roma).
v.o. italiano, 105’ – Italia 2008
Intensa storia di frontiera, geografica e identitaria, che intrecciando abilmente leggenda, verità e poesia, rievoca uno scandalo antico, perduto, nascosto fra storie di isole mediterranee: cronaca semivera di una metamorfosi nella Sicilia arcaica di un tempo che fu. Sullo sfondo dell’Italia ottocentesca, mentre Garibaldi sbarca in Sicilia con i suoi Mille, in una piccola isola, tra il mare pressante e la siciliana fede dei ruoli blindati, una donna vive una rivoluzione ben più grande: per sopravvivere allo scandalo della propria omosessualità accetta di fingersi uomo.
A 25 anni la sua vita diventa quella di un altro: coppola, sigaro in bocca, una famiglia benedetta dal Signore, e tanto potere per occultare l’assurda trasformazione. Angela, la figlia del curatolo, incomincia a sentir battere forte la vita dentro di sé, disposta ad accoglierla e a viverla senza cedere di un passo a convenzioni non capite. Poco importa, dunque, se il sentimento che scopre divampare nel suo petto la spinge verso Sara e i suoi capelli biondi: quello prova e per quello è disposta a lottare, costi quel che costi. E la volontà, a volte, può portare a escogitare soluzioni altrimenti impensabili. Viola di mare tratta di un amore e di un riscatto, ottenuto attraverso una trasformazione difficilmente possibile in un contesto diverso. Il rivoluzionario gesto che porterà Angela a diventare Angelo, con il benestare contraddittorio della chiesa e delle poche autorità presenti, è frutto infatti dell’appropriarsi delle regole perverse e ottuse di un chiuso microcosmo, per volgerle di colpo a proprio vantaggio.
Tratto dal romanzo di Giacomo Pilati “Minchia di re”.
regia: Daniele De Plano, Gianni Cardillo; sceneggiatura: Gianni Cardillo, Daniele De Plano, Mattia Betti fotografia: Giorgio Fantini; montaggio: Michele Tagliabue; musica: Roy Paci; interpreti: Tiziana Lodato, Ben Gazzara, Salvatore Li Causi, Adriana Parrinello, Enrico Roccaforte, Emanuel Li Causi, Giulia Coccellato, Diego Gueci, Salvatore Forzisi; produzione: Fast Rewind (Milano).
v.o. italiano, 87’ – Italia 2011
Al vecchio Natale, un tempo salinaro e pescatore di Marsala, è rimasta solo la nipote Rosina, partita per gli Stati Uniti inseguendo il sogno di fare l’attrice. Per comunicare con lei, Natale decide di acquistare una telecamera con la quale inviarle dei video-messaggi ma un ladro gliela sottrae e dopo un tentativo fallito di venderla la regala al figlio Niccolò.
Il ragazzo cerca di rimediare al gesto del padre riportando la telecamera al vecchio pescatore il quale, intuito l’animo di Niccolò, gli propone di aiutarlo nella realizzazione del video-messaggio. Da questo momento Niccolò non si separerà più dalla telecamera e non la spegnerà neppure al funerale di Natale, cui partecipa anche Rosina arrivata dall’America. Il ritorno di Rosina in Sicilia provoca un terremoto di cambiamenti non solo nella famiglia di Niccolò ma persino nella vita della donna, combattuta tra il legame con la sua terra e il richiamo del mondo luccicante del cinema americano. Una sorpresa sconvolgente però è in agguato nella storia. Rosina, infatti, scopre che…
regia: Emma Dante; sceneggiatura: Emma Dante, Licia Eminenti, Giorgio Vasta, dall’omonimo romanzo di Emma Dante; fotografia: Gherardo Gossi; montaggio: Benni Atria; musica: Fratelli Mancuso; interpreti: Alba Rohrwacher, Emma Dante, Elena Cotta, Carmine Maringola, Renato Malfatti, Dario Casarolo; produzione: Vivo film (Italia), OffSide (Italia), Ventura Film (Svizzera), Rai Cinema (Italia), Slot Machine (Francia), con il sostegno di Eurimages, Regione Sicilia.
Coppa Volpi migliore interpretazione femminile a Elena Cotta.
v.o. italiano, 90’– Italia/Svizzera/Francia 2013
Un duello femminile, forte e silenzioso, testardo e insolente, in una Sicilia fuori dal tempo, come nel Far West o in una tragedia greca. E’ una domenica di mezza estate, e il vento di scirocco soffia senza posa su Palermo. Due donne una di fronte all’altra, tengono stretto il volante della loro vettura.
Samira è una vecchia albanese che abita in quella strada, mentre Rosa è nata a Palermo ma vive a Milano, e si ritrova lì per errore. Né Samira né Rosa, accettano di fare un passo indietro. Samira è la suocera di un uomo che è seduto accanto a lei, Saro Calafiore. Saro è il capostipite di una famiglia forte, una famiglia che si basa sull’odio reciproco, opportunismo e costrizione. Rosa ha appena tagliato il cordone ombelicale, lasciando la Sicilia e suo padre, che non ha accettato una figlia lesbica. Intorno a Samira e Rosa, si sta muovendo un gruppo di personaggi grotteschi. Tutti loro sono riluttanti a lasciare le due donne da sole sul palco. Mentre l’asfalto brucia e l’aria diventa incandescente, gli uomini della famiglia Calafiore organizzano una scommessa, in modo da trarre vantaggio dalla sfida. Ma il risultato di quella cospirazione andrà contro ogni aspettativa…
regia: Emanuele Crialese; sceneggiatura: Emanuele Crialese, Vittorio Moroni; fotografia: Fabio Cianchetti; montaggio: Simona Paggi; musica: Franco Piersanti; interpreti: Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro, Mimmo Cuticchio, Giuseppe Fiorello, Martina Codecasa, Tiziana Lodato, Claudio Santamaria, Pierpaolo Spollon, Timnit T., Filippo Scarafia, Rubel Tsegay Abraha; produzione: Cattleya (Italia), Rai Cinema (Italia), Babe Films (Francia), con la partecipazione di France 2, Canal +, Cinecinema, CNC-Centre National du Cinema et de l’Image Animée.
v.o. italiano, 88’ – Italia/Francia 2011
Due donne, un’isolana e una straniera: l’una sconvolge la vita dell’altra. Eppure hanno uno stesso sogno, un futuro diverso per i loro figli, la loro Terraferma.
Terraferma è l’approdo a cui mira chi naviga, ma è anche un’isola saldamente ancorata a tradizioni ferme nel tempo. È con l’immobilità di questo tempo che la famiglia Pucillo deve confrontarsi.
Ernesto ha 70 anni, vorrebbe fermare il tempo e non vorrebbe rottamare il suo peschereccio. Suo nipote Filippo ne ha 20, ha perso suo padre in mare ed è sospeso tra il tempo di suo nonno Ernesto e il tempo di suo zio Nino, che ha smesso di pescare pesci per catturare turisti. Sua madre Giulietta, giovane vedova, sente che il tempo immutabile di quest’isola li ha resi tutti stranieri e che non potrà mai esserci un futuro né per lei, né per suo figlio Filippo. Per vivere bisogna trovare il coraggio di andare.
Un giorno il mare sospinge nelle loro vite altri viaggiatori, tra cui Sara e suo figlio. Ernesto li accoglie: è l’antica legge del mare. Ma la nuova legge dell’uomo non lo permette e la vita della famiglia Pucillo è destinata ad essere sconvolta e a dover scegliere una nuova rotta.
regia e soggetto: Wim Wenders; sceneggiatura: Wim Wenders, Norman Ohler; fotografia: Franz Lustig; montaggio: Peter Przygodda, Oli Weiss, Mirko Scheel; musica: Irmin Schmidt; interpreti: Campino, Giovanna Mezzogiorno, Inga Busch, Axel Sichrovsky, Gerhard Gutberlet, Harry Blain, Sebastian Blomberg, Lou Reed, Dennis Hopper, Letizia Battaglia, Milla Jovovich, Peter Lindbergh; produzione: Wim Wenders e Gian-Piero Ringel.
v.o. inglese/tedesco/italiano, st. italiano, 124’
Il film narra la storia di un fotografo di grande successo, Finn (Campino), il quale vive una vita brillante ma alquanto disordinata. Non dorme mai, il suo cellulare suona in continuazione e la musica che ascolta in cuffia è praticamente la sua unica e fedele compagna che lo aiuta ad estraniarsi dal resto del mondo.
Quando finalmente si rende conto della futilità della sua vita, Finn decide di abbandonare tutto e di andare a Palermo dove, grazie a fortuiti e fortunati incontri (con una donna, interpretata da Giovanna Mezzogiorno, e con la Morte, cui dà il volto Dennis Hopper) viene portato a riconsiderare la propria esistenza e a scoprire un nuovo sguardo con il quale affrontare la vita.
“C’è almeno una canzone che parli di qualunque cosa si stia pensando”
Wenders, il regista di questo film, ha utilizzato come colonna sonora numerose canzoni di artisti famosi, in modo da sottolineare momenti ed emozioni particolari
“La musica contemporanea, pop, rock ‘n roll, punk, blues, world, hip hop, jazz o rap – come dice lo stesso Wim Wenders sulla realizzazione del disco – tratta qualsiasi tipo di tema o situazione, spesso in modo molto audace. Non ci sono argomenti di cui la musica abbia paura: ci sono canzoni che parlano della vita e della morte, del Diavolo e di Dio, di eternità di essenza del tempo, di metafisica, di etica, di solitudine di sofferenza, di povertà, di salute, di libertà, di giustizia, di solidarietà, di come vivere e come pensare nel mondo di oggi.”