SAHARA – TRA LEGGENDE E REALTÀ
in collaborazione con CULTURESCAPES SAHARA 2023
in collaborazione con CULTURESCAPES SAHARA 2023
L’immenso territorio del deserto del Sahara è stato ed è spesso diventato non solo sfondo ma anche protagonista nel cinema del passato e del presente. Molti i film, soprattutto hollywoodiani, che hanno cercato di ricreare epiche battaglie tra gli alleati e il Terzo Reich di Rommel (qui Sahara di Zoltan Korda, con Humphrey Bogart). Oppure è stato visto come luogo ideale in cui personaggi “civilizzati” vanno per salvarsi o per perdersi (Il tè nel deserto di Bernardo Bertolucci).
Affrontato invece da chi meglio lo conosce e magari ci è nato, diviene fonte inesauribile di miti e leggende basilari nella propria cultura o spunto per favole fantastiche ispirate dalle Mille e una notte (la trilogia di Nacer Khemir: Les baliseurs du désert, Le collier perdu de la colombe, Bab’Aziz). Ma anche pretesto per racconti burleschi e corrosivi che attaccano gli aspetti meno nobili di certe tradizioni (Le miracle du Saint inconnu di Alaa Eddine Aljem).
Ma il Sahara è anche la via obbligata per chi, fuggendo dalla guerra o dalla fame, vuole raggiungere le coste africane del Mediterraneo per poi tentare, a rischio della propria vita, la traversata del mare verso il paradiso europeo (Hope di Boris Lojkine). Ed è anche il territorio ferito del Sahara occidentale, dove il vergognoso muro costruito dal Marocco costringe il popolo Saharawi all’esilio nei campi profughi dell’Algeria (Wilaya e i due cortometraggi in programma). O quello occupato dai jihadisti che impongono le regole della sharia a donne, bambini e uomini fino ad allora cresciuti in libertà (Timbuktu di Abderramahne Sissako).
E infine terra di poeti e musicisti che hanno saputo mandare i loro messaggi in tutto il mondo (Mali Blues di Lutz Gregor e il concerto di Kader Tarhanine al Teatro sociale di Bellinzona).
Con grande piacere i cineclub ticinesi, dopo le esperienze passate sulla Polonia e sull’Amazzonia, hanno rinnovato la collaborazione con il Festival Culturescapes di Basilea, che ha luogo ogni due anni e che quest’anno è proprio dedicato al Sahara.
Michele Dell’Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona
regia: Nacer Khemir; con: Nacer Khemir, Soufiane Makni, Noureddine Kasbaoui, Sonia Ichti, Hedi Daoud, Hassen Khalsi…
v.o. arabo; st. francese; colore; 95’ – Tunisia, Francia 1984
Un insegnante viene assegnato a uno sperduto villaggio del deserto tunisino dove non esiste nemmeno una scuola: scoprirà che tutti gli uomini adulti hanno lasciato le loro case per diventare “renaioli” e vagare scavando la sabbia nell’illusoria ricerca di tesori inesistenti o per cercare i limiti del tempo e dello spazio.
Il regista, qui esordiente, non cerca il realismo e costruisce la narrazione in un’atmosfera sospesa tra citazioni delle Mille e una notte e lunghe sequenze ipnotiche “en plein air”. Nelle figure degli scavatori emerge la metafora dell’emigrazione e dell’assenza, ma soprattutto il film ci trascina in un mondo favoloso, visivamente affascinante.
(da Il Mereghetti, cit. e una scheda della trigon-film)
regia: Lutz Gregor; con: Fatoumata Diawara, Ahmed Ag Kaedi, Bassékou Kouyaté, Master Soumy.
v.o. francese, bambara, tamasheq; st. francese; colore; 95’ – Germania 2016
Il documentario di Lutz Gregor segue quattro musicisti maliani e ripercorre con loro la questione del Nord, la marginalizzazione della musica e dei musicisti, la lotta e le forme di resistenza messe in atto.
Uno straordinario viaggio sonoro, tra tradizione e chitarre elettriche, alla scoperta di una delle più interessanti scene musicali contemporanee. Tra le protagoniste Fatoumata Diawara, compositrice e cantante di fama mondiale, ma anche Ahmed Ag Kaedi, Bassékou Kouyaté e Master Soumy. Il film ritrae questi importanti musicisti e raccoglie le loro parole sulla situazione politica, sull’importanza della musica per il corpo e lo spirito e come elemento unificatore.
(da mymovies.it e museodelcinema.it)
regia: Abderrahmane Sissako; con: Ibrahim Ahmed, Toulou Kiki, Abel Jafri, Fatoumata Diawara, Hichem Yacoubi, Kettly Noël, Mehdi A.G. Mohamed…
Premio della Giuria ecumenica, Cannes 2014
v.o. francese, arabo, tamaschek; st. italiano; colore; 97’ – Francia, Mauritania 2014
I jihadisti che si sono impadroniti di Timbuktu impongono le regole di una sharia radicale, nonostante gli sforzi dell’imam per posizioni più concilianti: proibiti sigarette, musica e gioco del pallone mentre gli abiti devono coprire interamente i corpi femminili…
Il mondo dell’armonia perduta e calpestata (questa è l’Africa caduta in mano ai jihadisti, secondo Sissako) è raccontata dal regista con una malinconia trattenuta e dolorosa, quasi rassegnata, mentre le immagini di una natura incontaminata e severa incorniciano la spontaneità senza malizia di un popolo costretto a scoprirsi improvvisamente nel “peccato” (…) Un film dolente e severo, monito altissimo contro la follia dell’intolleranza e la violenza degli uomini.
(da Il Mereghetti, cit.)
regia: Bernardo Bertolucci; con: Debra Winger, John Malkovich, Campbell Scott, Jill Bennett, Timothy Spall, Paul Bowles…
v.o. inglese; st. francese; colore; 137’ – Italia, Usa 1990
Verso la fine degli anni Quaranta, Port e sua moglie Kit compiono con l’amico Tunner un viaggio nel Nordafrica per cercare di salvare il loro legame, ormai privo di stimoli. L’ esperienza sarà all’insegna della perdita: Port muore di febbre tifoidea e Kit si abbandona alla malìa del deserto.
Dal romanzo omonimo di Paul Bowles, non un road movie in senso classico e nemmeno un melodramma a sfondo esotico, ma un drammatico percorso mentale, una caduta libera nel vuoto interiore dei personaggi compiuta nella realtà “vuota” per eccellenza (…) In originale la voce narrante è dello scrittore Paul Bowles, che appare brevemente in un primo piano (è l’uomo misterioso nel bar).
(da Il Mereghetti. Dizionario dei film 2021, Milano, Baldini+Castoldi, 2020)
regia: Alaa Eddine Aljem; con: Hassan Ben Bdida, Anas El Baz, Mohamed Naimane, Bouchaib Essamak, Salah Bensalah, Younes Bouab, Abdelghani Kitab, Ahmed Yarziz…
v.o. darija; st. francese, tedesco; colore; 100’ – Francia, Marocco 2019
Nel bel mezzo del deserto, un ladro inseguito dalla polizia riesce a sotterrare il suo bottino su una collina. Quando ritorna dieci anni dopo per recuperarlo, scopre che la collina è diventata un luogo di culto, dove accorrono pellegrini per adorare il Santo Sconosciuto che lì sarebbe sepolto…
Con un senso dell’epurazione assai impressionante, uno humour straordinario e soprattutto un’ispirazione costante nella messa in scena, il regista firma una favola burlesca che stigmatizza con impertinenza l’oscurantismo religioso e le nevrosi mercantili.
(Olivier De Bruyn, “Positif”, riportato in allocine.fr.)
regia: Nacer Khemir; con: Maryam Hamid, Nessim Kahloul, Mohamed Grayaa, Golshifteh Farahani, Hossein Panahi…
v.o. farsi, arabo; st. francese, tedesco; colore; 99’ – Francia, Iran 2005
Ishtar, una ragazzina piena di brio, guida suo nonno Bab’Aziz, un derviscio cieco, attraverso il deserto, per condurlo alla grande riunione dei dervisci che ha luogo ogni trent’anni. Il loro viaggio presuppone la fede e la capacità di ascoltare il silenzio infinito del deserto con il cuore. E strada facendo incontreranno i destini di altre persone, prima di arrivare a destinazione…
Chi aveva adorato i film precedenti di Nacer Khemir (Les baliseurs du désert e Le collier perdu de la colombe) si era in fondo rassegnato all’idea che questi gioielli del cinema magrebino sarebbero rimasti senza seguito. E invece ecco che questo terzo film della trilogia li supera ancora in bellezza e profondità! Un film il cui linguaggio pare universale, di un’ispirazione controcorrente e che riserva innumerevoli piaceri.
(“Le Temps”, da una scheda della trigon-film)