STORIE DALLA CAMBOGIA

martedì  20:30

Il 17 aprile del 1975 i Khmer rossi entrano a Phnom Penh, capitale della Cambogia, e in pochi giorni evacuano circa 2 milioni di persone. Iniziano così i quasi quattro anni di assoluto terrore che porteranno alla morte di quasi un terzo della popolazione cambogiana.
L’impronta di quegli anni terribili si legge negli occhi smarriti di molti dei protagonisti dei film di questa rassegna sul paese asiatico. Film che abbiamo scelto di presentare nell’ordine cronologico del periodo storico nel quale si svolgono le storie che vi vengono narrate. Attraverso i titoli selezionati diamo alcuni elementi per conoscere e iniziare a capire un paese che è ben altro che le sole meraviglie turistiche dei templi di Angkor.
Iniziamo con uno spaccato della colonizzazione francese, presentando il film Un barrage sur le Pacifique realizzato da Rithy Panh, il più conosciuto fra i registi cambogiani, e basato sul libro omonimo di Marguerite Duras, opera autobiografica della grande scrittrice francese. The Killing Fields, opera del regista francese Roland Joffé, ci porta direttamente dentro la tragedia degli anni ’70 e ricostruisce una vicenda tipica fra quelle che avvennero al momento della presa del potere da parte dei Khmer rossi. In qualche modo si riallaccia alla straordinaria testimonianza di prima mano dell’etnologo François Bizot, pubblicata anni dopo.
Di Rithy Panh presentiamo poi altri due film sulla Cambogia degli anni convulsi che seguirono la fine dell’intervento vietnamita fino all’ascesa al potere di Hu Sen, padrone incontrastato del paese da 24 anni. Un soir après la guerre è una storia d’amore di un soldato di ritorno dalla guerra e Les artistes du théâtre brûlé un documentario sugli attori teatrali di Phnom Penh che, ormai senza lavoro, vivono di ricordi nell’edificio che fu il loro teatro. Il lavoro di Rithy Panh fa infatti sempre leva sulla memoria per accompagnare i cambogiani ad una riappropriazione della loro identità perduta. “À treize ans, je perds toute ma famille en quelques semaines (…) Tous emportés par la cruauté et la folie des Khmères rouges. J’étais sans famille. J’étais sans nom. J’étais sans visage. Ainsi je suis resté vivant, car je n’étais plus rien.” scrive nel testo «L’élimination».
Non solo Rithy Panh, anche Denis Do torna alla tragedia politica e umana della Cambogia con il film di animazione Funan. Protagonista è Chou e la sua famiglia e attraverso il loro dramma viene raccontata una storia corale di speranza. Ispirato all’esperienza di vita reale della madre, il regista vuole non solo rappresentare ma anche riappropriarsi delle immagini e dei ricordi del suo paese.
Di appropriazione, sebbene in termini differenti, si parla anche nel documentario Mirr di Mehdi Sahebi. In Cambogia, le espulsioni violente e il reinsediamento di agricoltori da parte della polizia e dell’esercito sono aumentate enormemente e il 73% della terra arabile è attualmente in concessione statale a società straniere. Il punto di vista della denuncia è qui quello dei Bunong, contadini il cui diritto alle terre è stato negato. Terminiamo con White Building, primo lungometraggio di finzione del giovane regista cambogiano Kavich Neang, che ci porta infine ad una problematica attualissima e comune a molte città in tutto il mondo, e cioè quella dell’espulsione della popolazione dagli edifici popolari per sostituirli con torri e immobili lussuosi che lasciano sulla strada i vecchi abitanti. Kavich Neang, allievo di Rithy Panh, costruisce un film dove ancora una volta trama, documentario e ricordi autobiografici si intrecciano abilmente.

Raffaella Macaluso e Sarah Simic, LuganoCinema93

20.09.22 | UN BARRAGE CONTRE LE PACIFIQUE (Una diga sul Pacifico)

regia: Rithy Panh; sceneggiatura: Rithy Panh dal romanzo di Marguerite Duras; produzione: Catherine Dussart, CDP; Bophana Productions.
interpreti: Isabelle Huppert, Astrid Berges-Frisbey, Gaspard Ulliel.

v.o. francese, khmer; st. francese, tedesco; 116’ – Francia, Cambogia, Belgio 2008

Indocina, 1931. Nel golfo del Siam, ai bordi dell’oceano Pacifico, una madre sopravvive come può insieme ai suoi due figli, Joseph (20 anni) e Suzanne (16 anni), vedendoli crescere e sapendo che la loro partenza è ineluttabile. Ingannata dall’amministrazione coloniale, ha investito tutti i suoi risparmi in una terra impossibile da coltivare perché regolarmente inondata. Lottando con i burocrati corrotti che l’hanno truffata e che minacciano ora di mandarla via, mette tutta la sua energia in un folle progetto: costruire una diga contro il mare con l’aiuto dei contadini del villaggio. Rovinata e ossessionata dalla sua impresa, lascia ai figli una libertà quasi totale. È proprio a quel momento che il figlio di un ricco uomo d’affari cinese s’invaghisce di Suzanne. La famiglia cercherà di trarne profitto… (trigon.ch)

27.09.22 | THE KILLING FIELDS (Urla del silenzio)

regia: Roland Joffé; sceneggiatura: Bruce Robinson; produzione: David Puttnam.
interpreti: Sam Waterston, Julian Sands, John Malkovich, Haing S. Ngor.

28 premi tra cui 3 Premi Oscar; 8 Premi BAFTA; 4 Premi BSFC; 1 David di Donatello; 1 Golden Globe e 22 nominations.

versione italiana; 143’ – Gran Bretagna 1984

Sidney Schanberg, giornalista del “New York Times” viene mandato nel 1972 in Cambogia, per seguirvi la guerra tra i Khmer rossi ed il governo di Lan Nol. Là si avvale del dott. Dith Pran come guida ed interprete. Tra i due si stabilisce un profondo rapporto di stima e di amicizia. Dopo aver realizzato insieme servizi assai importanti, i due si trovano il 17 aprile 1975 a Pnom Penh, quando i “liberatori” occuparono la città. Nel momento del generale smarrimento, preludio a tutte le ferocie e violenze che stavano per scatenarsi, Pran riuscì a salvare la vita di Schanberg e quella di alcuni giornalisti occidentali i quali, dopo interrogatori ed umiliazioni da parte dei Khmer, poterono trovare asilo nella sede dell’Ambasciata francese. Malgrado gli sforzi di tutti per assicurare a Pran un falso passaporto, questi rimase nel suo Paese, perduto nella folla di compatrioti. (cinematografo.it)

4.10.22 | FUNAN

regia: Denis Do; sceneggiatura: Denis Do, Magali Pouzol, Elise Trinh; produzione: Les Films d’Ici.

interpreti (voci): Bérénice Béjo, Louis Garrell, Colette Kieffer.

Premio come miglior film al festival di Annecy e all’Accadémie des Lumières.

v.o. francese; st. tedesco; 84’; animazione – Francia, Lussemburgo, Belgio, Cambogia 2018

Cambogia, 1975. Il partito degli Khmer Rossi – nati come costola dell’esercito popolare del Vietnam del Nord – prende brutalmente il potere nel paese, evacuando le città ritenute “corrotte” e costringendo i cittadini a riorganizzarsi nelle campagne, nel nome di una furia purificatrice che mira all’autosufficienza politica, economica, e sanitaria del paese. Tra i tanti deportati ci sono anche i giovani Chou e Khoun, che durante la fuga dalla città di Phnom Penh vengono separati dal figlio Sovanh. Costretti a lavorare in un campo sotto la supervisione di un cugino, da poco convertitosi all’ideologia Khmer, la loro ragione di vita diventa ritrovare il bambino. (mymovies.it)

11.10.22 | UN SOIR APRÈS LA GUERRE

regia: Rithy Panh; sceneggiatura: Ève Deboise, Rithy Panh; produzione: JBA Productions, Thelma Film AG, La Sept-Cinéma.

interpreti: Narith Roeun, Chea Lyda Chan, Ratha Keo, Sra N’Gath Kheav.

Premio OCIC al Mar del Plata film festival.

v.o. khmer, francese; st. francese, italiano; 110’ – Francia, Cambogia 1998

Savannah, un soldato smobilitato di ritorno a Phnom Penh, è uno di quegli eroi che vivono alla giornata, carico di quell’energia vitale che caratterizza coloro che sono sopravvissuti alle tragedie e che possono lottare contro tutto per quelli che amano. In una capitale sovraffollata, venduta al mercato libero, dove l’orizzonte è sbarrato ai più, Savannah intravvede una luce in Srey Poeuv, una ragazza da bar. Privata della sua libertà, questo “piccolo fiore” non sogna più l’amore. Savannah è forse solo una porta d’uscita, il ritorno ad una tenerezza perduta. A meno che non sia abbastanza forte per farle dimenticare il passato? (trigon.ch)

18.10.22 | LES ARTISTES DU THÉÂTRE BRULÉ

regia: Rithy Panh; sceneggiatura: Agnès Sénémaud, Rithy Panh; produzione: Catherine Dussart Productions (CDP), arte France Cinéma.

v.o. khmer; st. francese, tedesco; 82’ – Cambogia, Francia 2005

La Cambogia è un paese di sogni infranti. Non ci sono più teatri, né sale di spettacolo. La concorrenza della televisione sta facendo scomparire anche le arti tradizionali e popolari. Ma gli artisti esistono ancora. Depositari di una tradizione che non possono perpetuare per mancanza di strutture, di sostegni finanziari e di luoghi per gli spettacoli, sono condannati a vivere nella miseria o ad allestire spettacoli esotici per i turisti. (trigon.ch)

25.10.22 | MIRR

regia: Mehdi Sahebi; sceneggiatura: Mehdi Sahebi; produzione: Cinéma Copain, Marcel Derek Ramsay.

Premio per il miglior film al festival di Insbruck e al festival di Duisburg. 

v.o. bunong, khmer; st. francese; 92’ – Svizzera, Cambogia 2016

Binchey, un agricoltore tradizionale della provincia del Mondolkiri, in Cambogia, è stato espulso dalle sue terre, così come migliaia di altri piccoli contadini. Si sente impotente di fronte alle grandi piantagioni di alberi della gomma straniere che si stanno accaparrando una superficie sempre più importante del paese. Insieme a Binchey e ad altri coltivatori, il regista Mehdi Sahebi mette in scena la storia di questa espropriazione che ha conseguenze catastrofiche. (trigon.ch)

1.11.22 | WHITE BUILDING

regia: Kavich Neang; sceneggiatura: Kavich Neang, Daniel Mattes; produzione: Anti-Archive, Apsara Films.

interpreti: Piseth Chhun, Sithan Hout, Sokha Uk.

Premio per il miglior film al Cambodia international film festival, per la miglior fotografia al Lsbon & Estoril film festival, per il miglior attore a Venezia Orizzonti.

v.o. khmer; st. francese, tedesco; 90’ – Cambogia, Francia, Cina, Qatar 2021

Nel centro di Phnom Penh, capitale della Cambogia, svetta il White Building, un enorme edificio di appartamenti d’affitto, un tempo di alto standing, dall’architettura singolare, così denominato per le sue facciate bianche. Qui vivono Smanang e suoi due migliori amici con le loro famiglie. Giovani, spensierati e appassionati di danza, sognano una fama illusoria in una città che cambia velocemente. Le loro vite vengono sconvolte all’annuncio dell’abbattimento imminente dell’edificio. Il loro White Building è pieno di infiltrazioni d’acqua ed è destinato alla demolizione. Così hanno deciso le autorità e i promotori che propongono un magro indennizzo agli abitanti, costretti a trovare un nuovo alloggio, in una città dove la speculazione ha fatto salire i prezzi alle stelle. (trigon.ch)