UN PO’ DI CINEMA SVIZZERO 2025

martedì  20:30

Le Giornate di Soletta hanno compiuto 60 anni: una manifestazione imprescindibile per la visibilità del cinema svizzero. E da quasi 50 anni i cineclub ticinesi (o almeno quelli che allora esistevano) hanno un occhio attento a quel che viene mostrato nella bellissima cittadina sulle rive dell’Aar. È del 1985, in Ticino, la prima «Selezione delle Giornate di Soletta», che si ripeterà ogni anno, prima di diventare, nel 1998, «Un po’ di cinema svizzero», con una crescente partecipazione di pubblico. Si tratta per noi di portare nelle nostre sale, quasi sempre in anteprima cantonale, il meglio di quel che abbiamo potuto vedere a Soletta (con qualche dolorosa esclusione dovuta al niet dei distributori).
Quindi eccoci di nuovo anche per questo anniversario delle Giornate, con 12 film spesso insigniti di premi importanti, candidati ai Quartz, o più semplicemente che riteniamo originali e degni di essere visti. Quest’anno c’è una prevalenza di documentari (8 film su 12), perché a nostro parere la fiction, con poche eccezioni, come per quei film che abbiamo inserito nel programma, non era di livello eccelso. Mentre il documentario, vero fiore all’occhiello della cinematografia elvetica, è quasi sempre di ottima qualità e a volte rende persino difficile la scelta.
Sempre più le registe e i registi svizzeri (e questo vale sia per la fiction sia per il documentario) si spingono a girare fuori dai confini nazionali, testimoniando quel che accade nel mondo. Così lo spettatore che frequenterà questa rassegna sarà spesso portato a immergersi in paesaggi e vicende umane distanti dalla sua realtà quotidiana, nello spazio e talvolta anche nel tempo. Con Reinas di Klaudia Reynicke sarà catapultato nel Perù degli anni ’90, con Il ragazzo della Drina di Zijad Ibrahimovic nella Bosnia con le sue ferite ancora aperte per i massacri subiti, con Immortals di Maja Tschumi a Bagdad durante e dopo la rivoluzione del 2019, con September 5 di Tim Fehlbaum nella Monaco olimpica del grave attentato palestinese. Altri ci portano in paesaggi più idilliaci, ma non per questo meno drammatici per i personaggi che li frequentano: When We Were Sisters di Lisa Brühlmann sulle spiagge turistiche di Creta, E.1027 – Eileen Gray And The House By The Sea di Beatrice Mingern e Christoph Schaub sulla Costa Azzurra frequentata da artisti e intellettuali, Wir Erben di Simon Baumann in una fattoria biologica nel Sud della Francia.
Quasi tutti i registi appartengono alla generazione nata negli anni Ottanta, quindi nel cinema si possono ancora definire «giovani». La metà sono donne, a dimostrazione che nel cinema svizzero la parità di genere è ormai cosa acquisita.
Da tutti e tutte loro è perciò lecito aspettarsi una carriera ancora lunga, che, vista la maturità espressiva qui dimostrata, si prospetta sotto buoni auspici.
Al nostro fedele pubblico non possiamo che rivolgere il solito appello: non mancate questi film, non avrete molte possibilità di vederli in seguito. E siamo sicuri che contribuiranno a consolidare la vostra fiducia nel cinema svizzero.
Buone visioni!

Michele Dell’Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona

1.4.2025 | OSTERIA ALL'UNDICI

regia: Filippo Demarchi

v.o. italiano, colore, 63’ – Svizzera 2025

In seguito a un burn-out, Filippo, il regista, intraprende una reintegrazione professionale in un’impresa sociale come cameriere. Fa un viaggio tra passato e presente, marcato da nuove amicizie con i colleghi con i quali condivide la sua storia psichica. Fino a quando il desiderio di ricominciare la sua vita da regista lo porta a prendere una decisione, tra realismo e immaginazione.

Filippo Demarchi, ticinese, nato nel 1988. Studi di cinema al CLCF di Parigi, all’ECAL di Losanna e all’INSAS di Bruxelles. Collaboratore di Castellinaria. Ha realizzato tra l’altro i corti 17 anni (2013), La place libre (2019) e il documentario La mia danza (2023).

8.4.2025 | E.1027 - EILEEN GRAY AND THE HOUSE BY THE SEA

regia: Beatrice Minger, Christoph Schaub; con Natalie Radmall-Quirke, Axel Moustache, Charles Morillon.

v.o. inglese; st. italiano, colore e bianco e nero, 90’ – Svizzera 2024

Nel 1929 la designer e architetto irlandese Eileen Gray, costruisce con il suo compagno Jean Badovici, anch’egli architetto e critico d’arte, una casa sulla Costa Azzurra. Un capolavoro discreto e avanguardistico che chiama E.1027. Le Corbusier rimane affascinato e ossessionato dalla costruzione. Quando i due si separano e la Gray lascia la casa al suo compagno, Le Corbusier, con il permesso di Badovici, ne copre le pareti interne bianche con pitture murali. Eileen Gray lo accusa di vandalismo, ma Le Corbusier ignora le accuse e costruisce il suo celebre “cabanon” proprio dietro la casa…

Beatrice Minger ha studiato a Zurigo, Berlino e Losanna ed è attiva come regista a Zurigo, autrice finora di un paio di cortometraggi. E.1027 – Eileen Gray And The House By The Sea è il suo primo lungometraggio.

Christoph Schaub, nato nel 1958 a Zurigo, è uno dei registi svizzeri più conosciuti. Ha realizzato sia lungometraggi di finzione (Stille Liebe, Sternenberg, Jeune homme, Happy New Year, Giulias Verschwinden…) sia documentari su temi architettonici e urbanistici (Die Reisen des Santiago Calatrava, Brasilia – eine Utopie der Moderne, Architektur der Unendlichkeit…).

Miglior regia e menzione speciale della critica allo Zürich Film Festival 2024. 4 nomination per il premio del cinema svizzero 2025: miglior documentario, miglior musica (Peter Scherer), miglior fotografia (Ramòn Giger), miglior montaggio (Gian-Reto Killias).

15.4.2025 | SEPTEMBER 5

regia: Tim Fehlbaum; con Peter Sarsgaard, John Magaro, Ben Chaplin, Leonie Benesch…

v.o. inglese, tedesco; st. italiano, colore, 91’ – Germania, USA 2024

September 5 ci riporta all’evento che ha cambiato per sempre il mondo dei media e continua a risuonare in un momento in cui le notizie, le dirette e il controllo dell’etere sono ancora oggetto di grande dibattito.

1972, Giochi olimpici di Monaco. I giornalisti della redazione sportiva dell’ABC sono pronti di prima mattina a svolgere il loro lavoro, quando improvvisamente nel villaggio olimpico esplodono dei colpi di fuoco. In quel momento lo sport passa in secondo piano e ci si pone il problema di cosa e come sia necessario riferire…

Tim Fehlbaum, nato nel 1982 a Basilea, si è diplomato in regia alla HFF di Monaco. Il suo primo lungometraggio, Hell (2011), ha ottenuto il Premio del cinema tedesco per la miglior musica e due Quartz ai Premi del cinema svizzero. Il successivo, Tides (2021), ha ottenuto diversi premi, fra cui quattro Premi del cinema tedesco.

22.4.2025 | WHEN WE WERE SISTERS

regia: Lisa Brühlmann; con Paula Rappaport, Malou Mösli, Lisa Brühlmann, Carlos Leal…

v.o. svizzero-tedesco, francese; st. italiano, colore, 101’ – Svizzera, Grecia 2024

1996: Valeska, 15 anni, parte per le vacanze a Creta con sua madre. Con loro ci sono anche Jacques, il nuovo compagno della madre e Lena, la figlia di quest’ultimo. Inizialmente Valeska non s’intende con Lena, ma poco a poco le due adolescenti stringono una forte amicizia, mentre la relazione dei due adulti entra in crisi…

Lisa Brühlmann, nata nel 1981 a Zurigo, si è diplomata in regia e sceneggiatura alla ZhdK della sua città. Il suo primo lungometraggio di finzione, Blue My Mind (2017), ha ottenuto due Quartz ai Premi del cinema svizzero 2018 (miglior film e miglior sceneggiatura). In When We Were Sisters interpreta il ruolo della madre e il film racconta una sua vicenda personale.