UN PO’ DI CINEMA SVIZZERO

martedì  20:30

Torna puntuale anche quest’anno la nostra selezione del meglio del cinema svizzero che si è potuto vedere alle Giornate di Soletta a fine gennaio. Quando questa rassegna inizierà a fine marzo – inizio aprile si conosceranno già i vincitori dei Quartz (gli “Oscar” del cinema nazionale), ma intanto annoveriamo con piacere nel nostro programma tre dei cinque nominati per la fiction (Ceux qui travaillent di Antoine Russbach, Der Läufer di Hannes Baumgartner e Fortuna di Germinal Roaux) e tre dei cinque nominati per il documentario (Chris the Swiss di Anja Kofmel, Genesis 2.0 di Christian Frei e Les dames di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond). Qualcuno potrebbe chiedersi perché non sono presenti tutti e dieci i film ritenuti i migliori dai membri dell’Accademia del cinema svizzero che hanno votato per le nomination. La risposta è presto data, anche se ogni singola esclusione ha ragioni diverse. Prima di tutto rivendichiamo il diritto di non sempre condividere le scelte dell’Accademia (è il caso, per i film di finzione, di Wolkenbruch di Michael Steiner, che ci è sembrato un film convenzionale e pervaso da un umorismo assai grossolano). Volentieri avremmo invece inserito Der Unschuldige di Simon Jaquemet, film “difficile” ma affascinante, ma il distributore ci ha richiesto un prezzo troppo alto per le nostre possibilità.

Quanto agli esclusi per il documentario, Eldorado di Markus Imhoof ha già fatto la sua uscita in quasi tutte le sale del Cantone, e A Female Pleasure la farà proprio in aprile e non possiamo che invitare il nostro pubblico ad andarlo a vedere.

Per rimanere nel campo del documentario, da sempre il fiore all’occhiello del cinema svizzero, i film validi sono sempre in numero superiore a quello dei nominati: quindi ne abbiamo inserito altri che ci sembravamo particolarmente meritevoli, come Insulaire di Stéphane Goël e Blue Note Records –  Beyond the Notes di Sophie Huber, nonché Fair Traders di Nino Jacusso, che probabilmente concorrerà per i Quartz solo l’anno prossimo.  

E abbiamo anche ripreso, perché programmato nell’ambito della Festa Danzante, il Quartz dell’anno scorso (L’opéra de Paris di Jean-Stéphane Bron) e À l’école des philosophes di Fernand Melgar, che aprirà la rassegna a Bellinzona in una serata speciale in collaborazione con l’Associazione Franca, Pro Infirmis Ticino e ATGABBES.

Si diceva l’anno scorso che ci sembrava constatare una certa superiorità del cinema della Svizzera tedesca rispetto a quello romando. Ebbene, quest’anno si può assistere a un ritrovato equilibrio tra le produzioni delle due sponde della Sarine, al punto che sei degli undici film che presentiamo provengono dalla Svizzera francese. Un fatto che deve servire da monito a non prendere per tendenze irreversibili alcuni dati che appartengono invece alla sfera del contingente.

E il cinema ticinese, si chiederà qualcuno? Anche quest’anno non è presente nel calendario di “Un po’ di cinema svizzero”, ma questo non vuol dire che da noi non si realizzino (o si producano) fiction e documentari interessanti. Spesso però si sceglie (ed è comprensibile) l’uscita nelle sale: è il caso ad esempio di Cronofobia, opera prima di Francesco Rizzi, di cui pure consigliamo la visione. Oppure, in altri casi, film presentati a Soletta hanno già goduto del passaggio televisivo, come il documentario di Niccolò Castelli su Lara Gut.

Negli ultimi anni il nostro pubblico ha imparato a riconoscere il valore del cinema svizzero ed è accorso numeroso alle proiezioni. Ci auguriamo che anche quest’anno (un anno segnato dalla scomparsa di due grandi come Bruno Ganz e Claude Goretta) possa essere così. Siamo infatti fermamente convinti che chi vorrà vedere i film in programma non ne rimarrà deluso.

Michele Dell’Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona

9.04.2019 | LES DAMES

regia: Stéphanie Chuat, Véronique Reymond; sceneggiatura: Stéphanie Chuat, Vèronique Reymond; fotografia: Joseph Areddy; montaggio: Karine Sudan; suono: Vincent Kappeler, Céline Pernet; musica: Nicolas Rabaeus; produzione: Climage, Lausanne/RTS, Genève.
Nominato per il Premio del cinema svizzero 2019: miglior documentario

v.o. francese, st. tedesco, colore, 81’ – CH 2018

Sono nubili, vedove o divorziate. Hanno avuto figli, mariti, un lavoro. Hanno una vita alle spalle, ma soprattutto una vita davanti… Les Dames apre la porta sull’intimità di cinque sessantenni che giorno dopo giorno lottano in silenzio contro la solitudine, in un’età in cui gli uomini hanno abbandonato la loro dimensione affettiva. C’è chi riempie le giornate di attività, chi si riprende dalla perdita del marito, chi ancora si rigenera nella natura… E l’amore? Le signore continuano a crederci, certo: non è mai troppo tardi per sognare. 

Stéphanie Chuat, nata nel 1970 a Losanna, si è formata come attrice e dal 1993 collabora per il teatro e per il cinema con Véronique Reymond, con la quale ha creato una dozzina di spettacoli, cortometraggi e documentari.
Véronique Reymond, nata nel 1970 a Losanna, è anch’essa attrice di formazione e dal 1993 ha instaurato una stretta collaborazione con Stéphanie Chuat.
Le due, assieme, hanno realizzato il cortometraggio Berlin Backstage (2004), il documentario Buffo, Buten et Howard (2008), il lungometraggio di finzione La petite chambre (2011) e la serie TV À libre ouvert (2014).

16.04.2019 | BLUE NOTE RECORDS – BEYOND THE NOTES

regia: Sophie Huber; sceneggiatura: Sophie Huber; fotografia: Shane Siegler, Patrick Lindenmaier; montaggio: Russell Greene; suono: Peter von Siebenthal; produzione: Mira Film, Zürich/SRF, Zürich/RTS, Genève/SSR, Bern.

Prima visione ticinese

v.o. inglese, st. italiano, colore/bianco e nero, 85’ – CH/USA 2017

Il film è un viaggio appassionato ed emozionante dentro il cuore della Blue Note, la famosa etichetta discografica americana che ha dato voce ad alcuni dei migliori musicisti jazz del 20.mo e del 21.mo secolo. Dal 1939 la Blue Note ha ispirato e ispira generazioni di musicisti alla ricerca della loro individualità e ha rappresentato e rappresenta tuttora la libertà espressiva, l’uguaglianza e il dialogo.

Sophie Huber, nata nel 1971 a Berna, ha studiato al Lee Strasberg Institute di Los Angeles e in seguito è stata attiva in progetti teatrali e multimediali a Berlino. È attrice, sceneggiatrice e regista. Nel 2012 ha realizzato il documentario Harry Dean Stanton: Partly Fiction, presentato anche in Ticino nell’ambito di “Un po’ di cinema svizzero”.

23.04.2019 | INSULAIRE

regia: Stéphane Goël; sceneggiatura: Antoine Jaccoud, Stéphane Goël; fotografia: Joakim Chardonnens; montaggio: Nicolas Hislaire; suono: Carlos Ibanez Diaz; musica: Sara Oswald; voce (versione tedesca): Pedro Lenz; produzione: Climage, Lausanne/RTS, Genève/SRF, Zürich.

versione tedesca, st. francese, colore, 92’ – CH 2018

Nel 1877, un giovane aristocratico bernese, Alfred von Rodt, va a vivere con alcuni uomini su una minuscola isola cilena. Nel corso di ventott’anni, von Rodt accumula progetti nella speranza di far rendere il suo pezzo di roccia. Sconfitto dalle tempeste e abbandonato dalla sua ricca famiglia, fallisce centinaia di volte, ma ogni volta si risolleva. Insulaire racconta il percorso di questa pecora nera, decisa a rompere con le proprie origini, e segue la quotidianità dei suoi discendenti, paradossalmente fieri del loro antenato elvetico.

Stéphane Goël, nato a Losanna nel 1965, è regista e montatore indipendente. Risiede e lavora a New York dal 1987 al 1993. È uno dei fondatori del collettivo Climage. Fra i suoi numerosi documentari, ricordiamo Que viva Mauricio Demierre (2006), Prud’hommes (2010), De la cuisine au parlement (2011) e Fragments du paradis (2015), già presentato in Ticino nell’ambito di “Un po’ di cinema svizzero”.

30.04.2019 | L'OPÉRA DE PARIS

regia: Jean-Stéphane Bron; sceneggiatura: Jean-Stéphane Bron; fotografia: Blaise Harrison; montaggio: Julie Lena; suono: Etienne Curchod, Jérôme Cuendet; produzione: Bande à part Films, Lausanne/Les Films Pelléas, Paris/RTS, Genève/SSR, Bern.

Premio del cinema svizzero 2018: miglior documentario
Nell’ambito di Festa Danzante 2019, l’evento nazionale di promozione di tutta la danza.

v.o. francese/tedesco/italiano/russo, st. francese, colore, 110’ – CH/F 2017

Passando dalla danza alla musica, il documentario mette in scena, con ironia, leggerezza e anche crudeltà, passioni umane e racconta frammenti di vita tra le mura di una delle istituzioni liriche più prestigiose al mondo.

Jean-Stéphane Bron è nato nel 1969 a Losanna. Studi di cinema a Ipotesi cinema (1988-89) e in seguito all’ECAL di Losanna, dove si diploma nel 1995. Autore soprattutto di documentari, fra cui vanno almeno ricordati Connu de nos services (1997), Mais im Bundeshuus (2003), Cleveland contre Wall Street (2010), ma anche di fiction: Mon frère se marie (2006), Ondes de choc – La vallée (2017). 

7.05.2019 | DER LAÜFER

regia: Hannes Baumgartner; sceneggiatura: Stefan Staub, Hannes Baumgartner; fotografia: Gaetan Varone; montaggio: Christof Schertenleib; suono: Jean-Pierre Gerth; interpreti: Max Hubacher, Annina Euling, Sylvie Rohrer, Christophe Sermet, Saladin Dellers, Luna Wedler; produzione: Contrast Film, Bern/SRF, Zürich/SSR, Bern.

2 nomination per il Premio del cinema svizzero 2019: miglior film, miglior interpretazione maschile (Max Hubacher)

Prima visione ticinese

v.o. svizzerotedesco, st. francese, colore, 92‘ – CH 2018

Jonas Widmer è uno dei migliori fondisti svizzeri e il suo principale obiettivo è la maratona dei Giochi Olimpici. Oltre allo sport, Jonas lavora come cuoco in un ristorante e intende condurre una vita in comune con Simone, la sua compagna. Ma l’esistenza apparentemente perfetta di Jonas si sgretola quando il ricordo di suo fratello morto lo tormenta sempre più. Incomincia allora a vivere una tragica seconda vita, che lo porta ad aggredire delle giovani donne di notte. Da una storia vera.

Hannes Baumgartner, nato nel 1983 a Männedorf, ha studiato alla F+F Schule für Kunst und Mediendesign di Zurigo e ha poi ottenuto nel 2012 un Master in regia e sceneggiatura alla ZHdK (Zürcher Hochschule der Künste). Ha finora realizzato diversi cortometraggi, tra cui Mein bester Freund (2007), Toter Mann (2009) e Teneriffa (2012). Der Läufer è il suo primo lungometraggio.