regia, sceneggiatura e fotografia: Maryam Goormaghtigh; montaggio: Gwénola Héaulme; suono: Olivier Touche; produzione: Intermezzo Films SA, Genève/4 A 4 Productions, Paris/RTS, Genève.
v.o. farsi/francese, st. francese, 80’ – Svizzera / Francia 2017
Dopo cinque anni di studi a Parigi, Arash non si è abituato ai modi di vita francesi e ha deciso di tornare in Iran. Sperando di fargli cambiare idea, i suoi due amici, Hossein e Ashkan, lo trascinano in un ultimo viaggio attraverso la Francia.
Maryam Goormaghtigh, nata nel 1982 a Ginevra, ha studiato dapprima storia del cinema e musicologia a Losanna e Ginevra e in seguito regia all’INSAS (Institut National Supérieur des Arts du Spectacle et techniques de diffusion) a Bruxelles. Ha finora realizzato soprattutto cortometraggi e documentari.
Nominato per il Premio del cinema svizzero 2018: miglior documentario
Prima visione ticinese
regia: Christine Repond; sceneggiatura: Christine Repond, Silvia Wolkan; fotografia: Aline Laszlo; montaggio: Ulrike Tortora; suono: Reto Stamm; interpreti: Barbara Auer, Robert Hunger-Bühler, Anna-Katharina Müller, Oriana Schrage, Therese Affolter, André Seidenberg; produzione: Dschoint Ventschr Filmproduktion, Zürich/Walker + Worm Film GmbH & Co. KG, München/SRF, Zürich/SRG SSR, Bern.
v.o. tedesco/svizzerotedesco, st. italiano o francese, 85‘ – Svizzera / Germania 2017
Nel pieno dei preparativi per i suoi 35 anni di matrimonio, Meredith viene a sapere di essere sieropositiva. L’unico che può averle trasmesso il virus è suo marito André. Sconvolta, Meredith scopre che lui la tradisce con delle prostitute. Dopo avergli comunicato la diagnosi, lo costringe ad andarsene fuori di casa. Dopo una violenta lite, finisce però per permettergli di tornare. Anche lui ha nel frattempo scoperto di essere sieropositivo. Decideranno di affrontare insieme i traumi e la malattia. Ma fino a che punto l’amore può curare le ferite?
Christine Repond è nata nel 1981 a Basilea. Ha dapprima studiato alle Kunsthochschulen di Berna e Basilea, per poi ottenere un Bachelor in cinema e televisione alla MHMK (Macromedia Hochschule für Medien und Kommunikation) a Monaco. Ha finora realizzato i documentari Freitags um 3 (2007) e Nicht das Leben (2010) e il lungometraggio di finzione Silberwald (2010).
Nominato per il Premio del cinema svizzero 2018: miglior sceneggiatura
Prima visione ticinese
regia: Léa Pool; sceneggiatura: Léa Pool, Sophie Bienvenu; fotografia: Denis Jutzeler; montaggio: Michel Arcand; suono: Henri Maïkoff; musica: Michel Cusson; interpreti: Sophie Nélisse, Karine Vanasse, Jean Simon Leduc, Isabelle Nélisse, Mehdi Djaâdi; produzione: Louise Productions, Lausanne/Lyla Films, Montréal/SRF, Zürich/SRG SSR, Bern.
v.o. francese, st. francese/tedesco, 91‘ – Svizzera / Canada 2017
Come l’inferno, l’amore è lastricato di buone intenzioni. È la storia di Aïcha (14 anni), di quelli che l’amano, di questo amore che divora e distrugge. Rimasta sola con sua madre Isabelle, Aïcha non perdona a quest’ultima di aver messo alla porta il suo patrigno algerino che adorava. Spera sempre che un giorno verrà a cercarla. Quando incontra Baz, un tipo che ha il doppio dei suoi anni, è il colpo di fulmine, quello vero, forte, quello che fa male. Lui vuole solo aiutare questa ragazzina che sembra persa, ma lei desidera ben altro da lui ed è pronta a tutto pur di ottenerlo. Seguire Aïcha è come entrare in un labirinto, per perdersi come lei.
Léa Pool è nata a Ginevra nel 1950 e dal 1975 vive nel Québec, dove insegna sceneggiatura e regia in diverse scuole, in particolare all’UQAM (École de design de l’Université du Québec) a Montréal. Ha realizzato nella sua lunga carriera una decina di lungometraggi di finzione (tra cui À corps perdu, 1988, La demoiselle sauvage, 1991, Mouvements du désir, 1994, Emporte-moi, 1998, Madame est chez le coiffeur, 2008, La passion d’Augustine, 2014) e diversi documentari (l’ultimo dei quali Double peine, 2016).
Prima visione ticinese
regia: Marcel Gisler; sceneggiatura: Thomas Hess, Marcel Gisler, Frédéric Moriette; fotografia: Sophie Maintigneux; montaggio: Thomas Bachmann; suono: Marco Teufen, Felix Bussmann; musica: Martin Skalsky, Christian Schlumpf, Michael Duss; interpreti: Max Hubacher, Aaron Altaras, Jessy Moravec, Jürg Plüss, Doro Müggler, Andreas Matti, Joris Gratwohl, Scherwin Amini, Fabrizio Borsani; produzione: Triluna Film AG, Zürich/Carac Film AG, Bolligen/SRF, Zürich/Teleclub AG, Zürich/SRG SSR, Bern.
v.o. tedesco/svizzerotedesco, st. francese/tedesco, 119‘ – Svizzera 2018
Per la prima volta nella sua vita Mario è perdutamente innamorato. Di Leon, il nuovo talento venuto dalla Germania. Leon, come Mario, gioca come attaccante e potrebbe rappresentare un pericolo quando si tratterà di decidere chi potrà accedere in prima squadra. Ma Mario non vuole pensarci, vuole solo sentire, fiutare Leon ed essere vicino a lui. La cosa non è sfuggita ad altri membri della squadra e i commenti si diffondono rapidamente. Mario sa bene che la sua carriera di calciatore professionista è in pericolo, ma non vuole a nessun prezzo perdere Leon. Dovrà prendere una decisione.
Marcel Gisler, nato nel 1950 ad Altstätten, ha studiato scienze del teatro e filosofia alla Freie Universität di Berlino e dal 2009 è docente di conduzione degli attori, sceneggiatura e regia alla dffb (Deutsche Film- und Fernsehakademie Berlin). Dal 2003 al 2007 è stato autore dei 35 episodi della serie televisiva Lüthy & Blanc. Per il cinema ha realizzato i lungometraggi di finzione Tagediebe (1985), Schlaflose Nächte (1988), Die blaue Stunde (1991), F. est un salaud (1998), Rosie (2012), e il documentario Electroboy (2014).
4 nomination per il Premio del cinema svizzero 2018: miglior film, miglior sceneggiatura, miglior interpretazione maschile, miglior interprete non protagonista
Prima visione ticinese