UN PO’ DI CINEMA SVIZZERO

martedì  20:30

Per il secondo anno consecutivo, “Un po’ di cinema svizzero” deve fare a meno del contributo dell’Ufficio federale della cultura. Trattative sono in corso per cercare di rimediare a questa assurda e secondo noi incresciosa situazione, ma, si sa, i tempi della politica e della burocrazia non sono mai troppo veloci. Comunque abbiamo deciso ancora una volta di non demordere, perché come ripetiamo ormai da molti anni, questa è una delle rare occasioni per vedere in Ticino alcuni di quei film di cui si parla molto durante le Giornate di Soletta e poi in occasione della consegna dei Premi del cinema svizzero, ma che da noi solo pochi addetti ai lavori conoscono.
L’anno scorso accennavamo alla difficoltà di poter avere per la nostra rassegna tutti i film che avremmo voluto (perché certi distributori avevano preferito tentare l’uscita nelle sale e quindi consideravano “pericolose” commercialmente le nostre anteprime).
Quest’anno, sorprendentemente, tutto è filato liscio e abbiamo potuto mettere in cartellone i nostri film preferiti. Con un’unica eccezione, che però ha per una volta una motivazione plausibile: si tratta di Chris the Swiss di Anja Kofmel, uno dei più bei film dell’anno, un riuscito tentativo di fondere il cinema d’animazione con il documentario per raccontare un tragico episodio della guerra serbo-croata, presentato a Soletta in una versione non ancora del tutto compiuta e che potrebbe essere selezionato per Cannes 2018 e quindi non può uscire nelle sale prima di quella data. Ma ve lo consigliamo vivamente e speriamo che possa essere visto in agosto a Locarno.
Per il resto, e per una volta, presentiamo più film di finzione che documentari. Non che quest’ultimi fossero di scarsa qualità (tutt’altro, il documentario svizzero è sempre su livelli di eccellenza e rimane il fiore all’occhiello della nostra cinematografia), ma non avendo trovato ostacoli particolari nelle nostre
scelte, ci è sembrato giusto gettare un occhio di riguardo sulle storie interpretate da attori, che non vuol certo dire non abbiano uno stretto legame con la realtà, svizzera e non solo.
E in quest’ambito, ancora una volta, si conferma la netta superiorità del cinema prodotto nella Svizzera tedesca, soprattutto a Zurigo. Siamo perciò felici di poter presentare al pubblico ticinese diversi film nominati per il Premio del cinema svizzero: Blue my Mind di Lisa Brühlmann (sette nomination), Mario di Marcel Gisler (quattro), Dene wos guet geit di Cyril Schäublin e Vakuum di Christine Repond (una ciascuno), oltre a Et au pire, on se mariera di Léa Pool, che non era quest’anno nella lista dei nominabili (lo sarà presumibilmente l’anno prossimo).
Quattro i documentari in programma: Avant la fin de l’été di Maryam Goormaghtigh (pure nominato per i Quartz), Des moutons et des hommes di Karim Sayad (Prix de Soleure), Der Klang der Stimme di Bernard Weber (Premio del pubblico a Soletta) e Das Leben vor dem Tod di Gregor Frei, girato interamente in Valle di Blenio, un film che farà molto parlare di sé per il controverso tema che affronta. Completa il quadro dei documentari il corto En la boca di Matteo Gariglio, che pure è fra i nominati al Premio del cinema svizzero.
Quest’anno nessun film ticinese. Non potevamo certo riproporre Frontaliers Disaster, in vetta alla classifica degli incass i, e nemmeno Non ho l’età di Olmo Cerri né Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini, che hanno già fatto il loro giro nelle sale ticinesi. E altro a Soletta non c’era. Ma saremo lieti di ospitare lavori meritevoli, come abbiamo sempre fatto, nelle prossime edizioni di “Un po’ di cinema svizzero”, che ci impegneremo, che Berna lo voglia o no, a non lasciar morire.
Michele Dell’Ambrogio, Circolo del cinema Bellinzona

17.04.2018 | AVANT LA FIN DE L'ÉTÉ

regia, sceneggiatura e fotografia: Maryam Goormaghtigh; montaggio: Gwénola Héaulme; suono: Olivier Touche; produzione: Intermezzo Films SA, Genève/4 A 4 Productions, Paris/RTS, Genève.

v.o. farsi/francese, st. francese, 80’ – Svizzera / Francia 2017

Dopo cinque anni di studi a Parigi, Arash non si è abituato ai modi di vita francesi e ha deciso di tornare in Iran. Sperando di fargli cambiare idea, i suoi due amici, Hossein e Ashkan, lo trascinano in un ultimo viaggio attraverso la Francia.

Maryam Goormaghtigh, nata nel 1982 a Ginevra, ha studiato dapprima storia del cinema e musicologia a Losanna e Ginevra e in seguito regia all’INSAS (Institut National Supérieur des Arts du Spectacle et techniques de diffusion) a Bruxelles. Ha finora realizzato soprattutto cortometraggi e documentari.

Nominato per il Premio del cinema svizzero 2018: miglior documentario
Prima visione ticinese

24.04.2018 | VAKUUM

regia: Christine Repond; sceneggiatura: Christine Repond, Silvia Wolkan; fotografia: Aline Laszlo; montaggio: Ulrike Tortora; suono: Reto Stamm; interpreti: Barbara Auer, Robert Hunger-Bühler, Anna-Katharina Müller, Oriana Schrage, Therese Affolter, André Seidenberg; produzione: Dschoint Ventschr Filmproduktion, Zürich/Walker + Worm Film GmbH & Co. KG, Mün­chen/SRF, Zürich/SRG SSR, Bern.

v.o. tedesco/svizzerotedesco, st. italiano o francese, 85‘ – Svizzera / Germania 2017

Nel pieno dei preparativi per i suoi 35 anni di matrimonio, Meredith viene a sapere di essere sieropositiva. L’unico che può averle trasmesso il virus è suo marito André. Sconvolta, Meredith scopre che lui la tradisce con delle prostitute. Dopo avergli comunicato la diagnosi, lo costringe ad andarsene fuori di casa. Dopo una violenta lite, finisce però per permettergli di tornare. Anche lui ha nel frattempo scoperto di essere sieropositivo. Decideranno di affrontare insieme i traumi e la malattia. Ma fino a che punto l’amore può curare le ferite?

Christine Repond è nata nel 1981 a Basilea. Ha dapprima studiato alle Kunst­hoch­schulen di Berna e Basilea, per poi ottenere un Bachelor in cinema e televisione alla MHMK (Macromedia Hochschule für Medien und Kommunikation) a Monaco. Ha finora realizzato i documentari Freitags um 3 (2007) e Nicht das Leben (2010) e il lungometraggio di finzione Silberwald (2010).

Nominato per il Premio del cinema svizzero 2018: miglior sceneggiatura
Prima visione ticinese

8.05.2018 | ET AU PIRE, ON SE MARIERA

regia: Léa Pool; sceneggiatura: Léa Pool, Sophie Bienvenu; fotografia: Denis Jutzeler; montaggio: Michel Arcand; suono: Henri Maïkoff; musica: Michel Cusson; interpreti: Sophie Nélisse, Karine Vanasse, Jean Simon Leduc, Isabelle Nélisse, Mehdi Djaâdi; produzione: Louise Productions, Lausanne/Lyla Films, Montréal/SRF, Zürich/SRG SSR, Bern.

v.o. francese, st. francese/tedesco, 91‘ – Svizzera / Canada 2017

Come l’inferno, l’amore è lastricato di buone intenzioni. È la storia di Aïcha (14 anni), di quelli che l’amano, di questo amore che divora e distrugge. Rimasta sola con sua madre Isabelle, Aïcha non perdona a quest’ultima di aver messo alla porta il suo patrigno algerino che adorava. Spera sempre che un giorno verrà a cercarla. Quando incontra Baz, un tipo che ha il doppio dei suoi anni, è il colpo di fulmine, quello vero, forte, quello che fa male. Lui vuole solo aiutare questa ragazzina che sembra persa, ma lei desidera ben altro da lui ed è pronta a tutto pur di ottenerlo. Seguire Aïcha è come entrare in un labirinto, per perdersi come lei.

Léa Pool è nata a Ginevra nel 1950 e dal 1975 vive nel Québec, dove insegna sceneggiatura e regia in diverse scuole, in particolare all’UQAM (École de design de l’Université du Québec) a Montréal. Ha realizzato nella sua lunga carriera una decina di lungometraggi di finzione (tra cui À corps perdu, 1988, La demoiselle sauvage, 1991, Mouvements du désir, 1994, Emporte-moi, 1998, Madame est chez le coiffeur, 2008, La passion d’Augustine, 2014) e diversi documentari (l’ultimo dei quali Double peine, 2016).

Prima visione ticinese

15.05.2018 | MARIO

regia: Marcel Gisler; sceneggiatura: Thomas Hess, Marcel Gisler, Frédéric Moriette; fotografia: Sophie Maintigneux; montaggio: Thomas Bachmann; suono: Marco Teufen, Felix Bussmann; musica: Martin Skalsky, Christian Schlumpf, Michael Duss; interpreti: Max Hubacher, Aaron Altaras, Jessy Moravec, Jürg Plüss, Doro Müggler, Andreas Matti, Joris Gratwohl, Scherwin Amini, Fabrizio Borsani; produzione: Triluna Film AG, Zürich/Carac Film AG, Bolligen/SRF, Zürich/Teleclub AG, Zürich/SRG SSR, Bern.

v.o. tedesco/svizzerotedesco, st. francese/tedesco, 119‘ – Svizzera 2018

Per la prima volta nella sua vita Mario è perdutamente innamorato. Di Leon, il nuovo talento venuto dalla Germania. Leon, come Mario, gioca come attaccante e potrebbe rappresentare un pericolo quando si tratterà di decidere chi potrà accedere in prima squadra. Ma Mario non vuole pensarci, vuole solo sentire, fiutare Leon ed essere vicino a lui. La cosa non è sfuggita ad altri membri della squadra e i commenti si diffondono rapidamente. Mario sa bene che la sua carriera di calciatore professionista è in pericolo, ma non vuole a nessun prezzo perdere Leon. Dovrà prendere una decisione.

Marcel Gisler, nato nel 1950 ad Altstätten, ha studiato scienze del teatro e filosofia alla Freie Universität di Berlino e dal 2009 è docente di conduzione degli attori, sceneggiatura e regia alla dffb (Deutsche Film- und Fernsehakademie Berlin). Dal 2003 al 2007 è stato autore dei 35 episodi della serie televisiva Lüthy & Blanc. Per il cinema ha realizzato i lungometraggi di finzione Tagediebe (1985), Schlaflose Nächte (1988), Die blaue Stunde (1991), F. est un salaud (1998), Rosie (2012), e il documentario Electroboy (2014).

4 nomination per il Premio del cinema svizzero 2018: miglior film, miglior sceneggiatura, miglior interpretazione maschile, miglior interprete non protagonista
Prima visione ticinese